“La versione di Blanca” è il titolo della rubrica di Patrizia Rinaldi su La Repubblica Napoli: il tema della scorsa settimana è stato ispirato dall’invito come autrice a rappresentare la letteratura per ragazzi italiana alla prossima Fiera del libro di Francoforte, in cui l’Italia è Paese ospite d’onore.
L’incontro dedicato alla letteratura per ragazzi in cui interverrà Patrizia Rinaldi, organizzato dall’AIE – Associazione italiana editori, è “Leggere fa crescere“, il 17 ottobre alle 10 nell’Arena del Padiglione Italiano (Forum 1), insieme a Davide Calì e Beatrice Masini. Nel pomeriggio alle 15 un altro incontro è allo stand della Regione Campania: con l’autrice sarà presente la traduttrice di Blanca.
Dal 16 al 20 ottobre 2024 l’Italia sarà ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte. A mia volta sono tra gli scrittori e scrittrici italiani, ospiti d’onore. Per trasparenza approfondisco: la mia candidatura è stata presentata da una Casa Editrice Indipendente con cui pubblico dal 2009, la Sinnos (prima sede editoriale nel carcere di Rebibbia). “La Sinnos è una casa editrice specializzata in libri per bambine e bambini e in letteratura giovanile. Pubblica prime letture, albi illustrati, graphic novel, narrativa per bambini e per adolescenti. Dal 1990, il progetto editoriale di Sinnos si è modificato, ha attraversato momenti storici ed esigenze differenti. Ma quello che ancora oggi Sinnos vuole fare è raccontare, con testi e illustrazioni di qualità, che conoscenza e condivisione sono strumenti magnifici per attraversare la vita. Sapersi mettere nei panni degli altri, saper scegliere, immaginare, ribellarsi alle ingiustizie, partecipare, ci fa crescere vaccinati contro l’ignoranza e l’infelicità”.
Insomma la Sinnos porta avanti istanze poco conservatrici. Il tema della Fiera è rivolto alle Radici nel Futuro, quindi mai come in questa edizione è fondamentale interrogarsi sul rapporto libri pubblico più giovane, da formare. Racconterò anche della mia scrittura per ragazzi, della necessità di non demonizzare chi di loro è privo di passione per la lettura, ma dell’esigenza non rimandabile di formare i nuovi lettori. Perché la lettura si impara, proprio come la matematica o le scienze. Le letterature per l’infanzia sono il terreno su cui puntare: bisogna investire sul talento della parola che sgrava pensieri, della bellezza priva di retorica che può trascinare in un altrove salvifico. La passione si trasmette con la passione e con la competenza: durante questi anni ho incontrato docenti, bibliotecarie, libraie – declino al femminile perché ho quasi sempre incontrato professioniste – che difendono l’impegno della lettura anche contro i diktat dei tempi frenetici e dei vari programmi di marcia serrata. L’immaginario di parole è il serbatoio di future felicità, di futuri cambiamenti, di capacità di arginare il dolore. È la possibilità di rimediare a un presente spesso limitato per amore e per conoscenza. Le letterature per ragazzi devono uscire dal confine delle strette tematiche predigerite e imporsi come conoscenza anche di nuovi modelli estetici, che non ricalchino il già detto e poi di nuovo detto e così via. Questa vocazione non significa favorire giovanilismi ma cercare fenomenologie serie di comunicazione ( che poi tanto sarebbe inutile: i ragazzi sanno riconoscere la captatio benevolentiae). Sempre più spesso osservo chi si rivolge ai minori con disistima, con pregiudizio di incapacità. Non riusciranno. Non leggono. Non vivono come vivevamo noi. Non hanno voglie e impegni reali. Per me e molti altri, invece, restano il paesaggio umano ancora incontaminato. Persino la loro crudeltà talvolta è innocente, come scriveva l’immensa Silvina Ocampo.
Per questo e altro mi ha colpita l’avventura pericolosa di Lorenzo, campione di skate, che non si è fermato al traguardo: non gli bastavano 8 km, ne ha percorsi 42. Lorenzo, dieci anni, della società Sportlab di Pontecagnano Faiano non si è fermato al limite di categoria e ha affrontato l’intero circuito riservato agli adulti. Nonostante lo spavento degli adulti per averlo perso di vista, o forse proprio per questo, ho riconosciuto la libertà dalle previsioni, la scheggia della crescita che vuole affermarsi, anche se fa paura, anche se prevede rischi. In fondo la tentazione del superamento partecipa anche a ogni avventura scritta